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Sinossi

Uomini sottomessi – Primo episodio di “Endora”

Il Regno di Endora è una società matriarcale dove gli uomini vivono in condizioni di sottomissione, penalizzati in ogni aspetto della loro vita. Quelli più attraenti vengono avviati alla prostituzione fin da ragazzi diventando così “liberi amanti”, gli unici individui di sesso maschile che hanno la possibilità di diventare ricchi.
Killiar era uno di loro; ambito e ricchissimo, si è innamorato e ha ceduto al matrimonio con una militare di carriera, Izrhad. È stata un’unione felice ma, alla morte della moglie, in guerra, ha perso tutto.
A Endora gli uomini non hanno diritti ereditari.
Naydeia, ufficiale dell’Armata, Comandante del reggimento “Giglio”, era la migliore amica di Izrhad, la moglie di Killiar, ed è innamorata di lui da prima che loro si conoscessero. Ha sempre vissuto il proprio amore come una condanna; si è allontanata dalla sua amica, incapace di vederla felice assieme all’uomo che anche lei avrebbe voluto, ma gli Dei o il destino hanno deciso di darle un’altra occasione…
Daigo è un Aldair, uno straniero che a Endora può solo fare il mercenario sessuale per le donne dell’esercito che, per evitare di rimanere incinte, usano per il proprio piacere solo uomini di etnie incompatibili con loro. Costretto a prostituirsi per motivi religiosi, Daigo è un guerriero, figlio di un capo tribù. Incontrerà Naydeia e Killiar sulla propria strada e questo potrebbe cambiare il suo destino.
Mentre questi tre personaggi intrecciano le loro vite e i loro sentimenti nel corso di una campagna militare piena di insidie contro i temibili Qanaki, nella capitale, Omira, si dipanano intrighi dove la magia ha un ruolo fondamentale. Yadosh, l’unico uomo di tutto il regno dotato di potere politico, sta cercando una pericolosa verità, nascosta nelle pieghe della Storia. È un individuo senza scrupoli, disposto a tutto pur di migliorare le condizioni sociali degli uomini di Endora, ma dovrà misurarsi con avversarie feroci, ben decise a impedire qualsiasi cambiamento.

“Le cose che voi cercate, Montag, sono su questa terra, ma il solo modo per cui l’uomo medio potrà vederne il 99% sarà un libro”
Ray Bradbury,Fahrenheit 451

Il mondo di Endora esiste.

O così sembra. Nell’arco di tempo in cui le pagine si susseguono tra le vostre mani e la fantasia è corteggiata dalle parole e dalle immagini della Romani, esiste.

È la magia dei romanzi distopici, un filone tornato in auge, intrigante e affascinante ma difficile e ambizioso. Riprodurre una società –fittizia, un prodotto letterario- per distopia, cioè con caratteristiche di una utopia negativa, o di pseudo-utopia, è una operazione rischiosa. La realtà proposta deve essere credibile, anche se propone attitudini sociali e tendenze morali portate agli estremi.

Tutto è portato all’eccesso: lo scenario, le emozioni, la conflittualità.

Deve esserci innanzitutto un’idea, originale, forte. Quella “trovata” che porta a costruire questo mondo alternativo, apocalittico e fantastico, che cattura il lettore.

Endora è un’idea, una distopia.

Un mondo che ha leggi spietate, crudeli nei confronti del genere maschile, a tal punto da stabilire all’epoca dei leggendari Vardan, regole ferree, che azzerano l’identità sociale degli uomini. Nessun maschio può girare armato nel Regno di Endora. I Dikkral crescono nel culto della propria bellezza e dell’arte di soddisfare le esigenze femminili, apprendendo l’arte del libero amante, nessun uomo ha diritti ereditari. Un vedovo non ha diritti, è condannato a rinunciare a tutto, anche alla patria potestà.

Basterebbe questo per lasciarvi catturare dal fascino indiscutibile del ribaltamento di mentalità, no?
Si tratta di un’innovativa sfida culturale a radicati sistemi nella nostra tradizione, un’ affascinante prospettiva, un’ambientazione coinvolgente, diversa, nel vero senso del romanzo distopico.

Un altro mondo, un’altra realtà, un’altra possibilità.

Questo rovesciamento della realtà, porta l’autrice a proporre un sistema matriarcale retto da amazzoni regine, popolato da personaggi con logiche sorprendenti, che fanno scelte coerenti alle istituzioni e al contesto cui appartengono.
Ma i sentimenti restano puri, invariabili, universali.

Questo aspetto è estremamente affascinante: assistere allo svolgersi di una storia in cui i personaggi si muovono in questa realtà frutto della fantasia ma coerente, agendo condizionati da essa.

Due uomini, due destini, intrecciati mirabilmente in un’unica storia.

Killiar, splendido ex libero amante, la cui natura virile emana come magnetismo naturale da ogni gesto o parola, poi sposo devoto di un’ufficiale e padre premuroso, rimasto vedovo è condannato a lasciare la sua casa e i suoi affetti. Dovrebbe riprendere il mestiere più antico del mondo, in cui eccelle per aspetto e maestria, ma l’amore per la defunta moglie lo ha trasformato inesorabilmente. Deve reinventarsi, trovare una nuova strada, una nuova identità.

Daigo sed Ulmer, fiero e indomito guerriero che compiuti i trent’anni, secondo le arcane predisposizioni del Libro dei Sapienti, dovrebbe ritornare alla sua tribù, reclamare una sposa e continuare la vita da guerriero, pretendendo il rango che gli spetta.

In viaggio verso casa con il cugino, si imbatte nella Armata Reale, in cerca di mercenari sessuali da ingaggiare, di varie etnie ma soprattutto Aldair, i più richiesti tra quelli che non hanno la capacità di generare figli con le donne Dikkral. Un’etnia bisessuale che ama scandalizzare i monosessuali esibendo le attenzioni fra uomini, che sa combattere, in modo feroce.
Tra gli sguardi lascivi delle guerriere c’è anche quello di Naydeia, madessa prima, a capo del reggimento, combattente impavida e decisa, una comandante nata.image
Un’amazzone temprata dal sangue e dalla polvere dei campi di battaglia, che non vacilla di fronte al pericolo ma trema al pensiero dei vuoti nei ranghi del reggimento in quell’ultimo anno di guerra sul Confine Est.

Si tratta di un incontro fatale, tanto che Daigo sceglie di sacrificare la propria libertà e prolungare di un anno la sua “Epoca dell’Offerta”.

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Anche Naydeia cade vittima del fascino di questo esponente del Popolo Felino, che indossa con sfacciata disinvoltura il nero, riservato agli individui di alto rango, tatuaggi sul dorso delle mani, che indicano un nobile lignaggio, e soprattutto, un sorriso beffardo.

Intrigata si lascia incuriosire e sedurre

Nudo e fiero, si concesse alla platea pronta ad adorarlo, lanciando attorno occhiate predatorie e seducenti. Nessun Dikkral si sarebbe mai offerto in quella maniera sfacciata, né gli sarebbe stato perdonato se avesse osato farlo. Ma le donne dell’Armata amavano l’idea di dominare chi era convinto di essere un dominatore, e gli Aldair erano guerrieri. Un tipo di uomini che nel Regno di Endora non esisteva più da secoli.

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La curiosità si desta e il desiderio divampa, accompagnato tuttavia da una collera profonda, intrisa di dolore di fronte alla sensualità torbida del mercenario, perché la paragona ad un’altra bellezza, luminosa e indimenticabile, quella di… Killiar.

Ancora una volta lui dominava i suoi pensieri. Quanti amanti dovevano ancora succedergli prima che lei smettesse di fare confronti? Quanti visi, quanti corpi, quante estasi doveva ancora accumulare per scacciarlo dalla mente, dalle viscere, dal cuore?

Mentre si consuma la passione dai toni dolce-amari, tra rivalsa e speranza, il giovane guerriero è travolto dal rancore del cugino e dalla amarezza dell’amico Romario, sinceramente preoccupato.

Stava rinunciando a molto in cambio di… cosa? Briciole, piccoli frammenti quasi impalpabili di un’emozione nuova, fremente, unica.

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In fondo Daigo, come Killiar, sta lasciando andar via un pezzo della propria vita. Ma consapevolmente, a differenza del libero amante, non per necessità. Prendendo una decisione soltanto sua. Sordo alle tradizioni o al volere della famiglia. Per una volta non obbedisce ma sceglie: fare esattamente il contrario di ciò che ci si aspetta da lui.

Sullo sfondo uno scenario complesso, di intrighi e complotti, di lotte intestine, sospetti e mistero. In questa atmosfera tramano figure come Annhula consumata da un feroce desiderio di vendetta e l’ unico uomo ad avere il diritto di sedere nel Consiglio, Yadosh, intento a perseguire una missione oscura tra le nebbie della negromanzia, gli  effetti della magia e delle conoscenze antiche, perdute da secoli. La verità rivelata sarà bruciante: la follia di Innho e la sua furia nascondono altro. C’è altro, disegni nascosti riportano alle Jaimirie, all’eroica Comandante delle Jaimirie che ha salvato il Regno ed ha eliminato l’Ordine delle Sciamane della Dea Alcheria, riducendole al semplice rango di sacerdotesse di una divinità minore.

Annhula pensava soltanto al prestigio del proprio ordine tradito, ma gli uomini di Endora avevano perso molto di più. Avevano dovuto vedere trascinato nel fango il nome di uno dei più grandi eroi maschili del Regno. Il loro ultimo eroe. Quello era stato l’inizio di tutto. Himo… Darvei… Killiar…

Con un efficace espediente narrativo, le vite di Killiar e della madessa si incrociano nuovamente, dopo che l’ amazzone ha rinunciato allo splendido libero amante per la felicità di una coppia innamorata che osava sfidare le leggi e il fato.

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Ma davanti a lei ritrova una roccia spezzata, lo strazio negli occhi blu, la desolazione di
chi ha perduto tutto, se stesso e la sua virilità, ma non l’arte virile.

Le premesse ad un triangolo scandaloso, un pensiero stupendo al femminile, ci sono tutte: Daigo ama una donna che non sarà mai sua e l’uomo che la sua virilità bramava possedeva il cuore di Naydeia. Da molto tempo.

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Tra parole sospese, sguardi furtivi e desideri repressi, la guerra rimette tutto in gioco, e pone davanti a scelte radicali.

Perdetevi nell’ affascinante ricostruzione degli accampamenti al femminile, dove il cameratismo è politicamente scorretto e rivoluzionario, in cui le donne non hanno fantasie romantiche ma lasciano spazio solo a quel sentimento che i Dikkral chiamano “il Legame” e gli Aldair “amore”.

Sorridete di fronte alla loro impudenza quando trattano gli uomini come oggetti sessuali, ammiratele mentre chiedono al loro uomo di intrecciare i capelli per essere sposo e poterlo così proteggere. O di scioglierli prima di una notte di lussuria.

Cerimonie suggestive e misteriosi riti, una riunione del Consiglio Reale, un matrimonio imprevisto, promesse… Resta una irrefrenabile curiosità, che solo il secondo episodio della saga può soddisfare.

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Sinossi

Endora- secondo episodio – Il reggimento guidato da Naydeia è arrivato nei territori di confine, dove le incursioni dei Qanaki si fanno sempre più sanguinose. E qui, tra agguati, battaglie e assedi, lei deve arrendersi all’idea che anche la sua vita privata non è scevra da pericoli e da scontri. Soprattutto l’unione con l’uomo che ha sempre amato, ma che non ricambia il suo amore.
Anche Killiar sta cominciando a pensare che quel matrimonio non sia stato una buona scelta. Continua a rimpiangere Izrhad, la sua prima moglie, una donna con un carattere totalmente diverso, e la sua inquietudine lo porta ad agire in maniera impulsiva e a correre rischi che potrebbero costargli molto, forse troppo.
E Daigo, infine, è inquieto. Il suo amore verso Naydeia è senza speranza, il suo astio contro Killiar cresce di giorno in giorno. Eppure l’Aldair è un uomo astuto e intelligente: sa che le sue intenzioni potrebbero fargli rischiare la forca, ma non rinuncerà a costruire le proprie trame.
Nel frattempo, a Omira, la capitale, il potente Yadosh sta per cadere in una trappola. Il suo progetto segreto per ridare dignità agli uomini di Endora ha scatenato una ferocia inestinguibile, perché chi ancora porta avanti il complotto storico che ha dato il potere alle donne non può permettere che le cose cambino. Persino un uomo furbo e senza scrupoli come lui può trovarsi avviluppato in una rete di inganni, tessuta da una nemica di grande intelligenza.
All’orizzonte si profilano nubi nere per tutti…
A Endora il matrimonio può essere una condizione molto pericolosa. Per un uomo.